Le modifiche all’apprendistato nella legge di riforma del mercato del lavoro
di Aldo Tagliente
Il quadro complessivo delle modifiche
A meno di un anno dall’approvazione del TU sull’apprendistato che ha integralmente ridisegnato la disciplina dell’istituto1, ed a pochi mesi dalla scadenza del periodo transitorio, che ha reso pienamente applicabile la nuova normativa ai contratti stipulati dopo il 26 aprile 20122, il legislatore della riforma del mercato del lavoro interviene nuovamente sulla materia, apportando modifiche significative.
Le innovazioni riguardano sia la disciplina sostanziale del contratto che il costo dell’apprendista per l’impresa.
Le prime si inseriscono nell’impianto normativo dell’istituto, per rafforzarne la funzione di canale privilegiato di ingresso dei giovani nel mondo del lavoro3, e risolvere alcune criticità emerse nell’impianto del TU in fase di prima applicazione; le seconde sono connesse alla riforma degli ammortizzatori sociali contenuta nella l. n. 92/2012, e rispondono alle esigenza di finanziamento del nuovo sistema di tutela contro la disoccupazione, il cui ambito di applicazione è esteso anche all’apprendistato.
All’estensione delle tutele per l’apprendista corrisponde tuttavia un aumento dei costi per l’impresa, con un risultato per certi versi confliggente con l’obiettivo di rilancio della tipologia contrattuale ai fini dell’incremento dei livelli di occupazione giovanile, rispetto al quale la leva del costo del lavoro appare determinate.